LATERALITA’ E LATERALIZZAZIONE – Evoluzione dello schema corporeo

Nell’evoluzione dello schema corporeo è integrata la lateralità che è anche connessa con l’organizzazione spazio-temporale.

Con il termine LATERALITA’, secondo diversi autori, ci si riferisce sia alla conoscenza dei lati destro e sinistro del corpo che all’uso abituale e privilegiato di un emicorpo rispetto all’altro.

Il termine lateralità comprende anche l’aspetto della DOMINANZA emisferica corticale che riguarda l’organizzazione emisferica cerebrale: uno dei due emisferi risulterebbe dominante rispetto all’altro e in esso si organizzerebbero prevalentemente funzioni gnosiche, prassiche e del linguaggio. Ma più che di dominanza si preferisce parlare di prevalenza funzionale di un emisfero.

Per lateralità dunque, intendiamo l’uso abituale di un’occhio, una mano, un piede posti su uno stesso lato del corpo. La lateralità si organizza fin dai primi mesi di vita e si conclude intorno ai 6-8 anni. La coscienza da parte del bambino di essere costituito da due parti simmetriche e di preferire una di esse è parte fondamentale dello schema corporeo.

Per LATERALIZZAZIONE s’intende sia il processo attraverso cui si sviluppa la lateralità sia la capacità di individuare la destra e la sinistra sul corpo dell’altro e di proiettare questi rapporti rispetto agli oggetti e allo spazio in generale. E questo è imprescindibile per un completo e corretto sviluppo psicomotorio. Qualora questo sviluppo risulti distorto o incompleto, ne risente l’orientamento e il movimento nello spazio, il linguaggio, la scrittura, la lettura, il disegno.

Non si può concludere senza un accenno all’organizzazione spazio-temporale poiché questa dipende dalla conoscenza del proprio corpo, dalla capacità di rappresentazione mentale, dall’organizzazione della senso-motricità, dalla evoluzione psicomotoria ed affettiva del bambino. Il movimento è sempre in uno spazio e in un tempo, ed è in relazione con le leggi fisiche del nostro pianeta, in special modo con la forza di gravità.

Riguardo alla funzione simbolica, per arrivare  a rappresentare situazioni spaziali, il bambino deve aver concluso il processo di lateralizzazione ed essere capace di proiettare destra e sinistra sull’altro e nello spazio in genere. Lo spazio esterno dal punto di vista dello schema corporeo e del vissuto sarà visto come distanza e direzione tra sé e gli oggetti del mondo. Infatti il bambino struttura un primissimo abbozzo di schema corporeo nei primi mesi di vita quando si apre al mondo esterno nella relazione con la madre. Sempre in questo periodo sperimenterà che tra desideri e soddisfazione intercorre un tempo (intervalli, ritmi di tempo) che viene percepito come successione di esperienze.

Fonte visitata in 11/10/2022

 

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